martedì 14 ottobre 2008

Facciamoci rispettare!

Vi riporto, con somma soddisfazione, la lettera che ho scritto ad un quotidiano locale dopo essere stato preso per il culo da un'impiegata della Camera di Commercio di Udine.

Il giorno 7 ottobre alle 14.30 in punto mi reco all’Ufficio carburanti della Camera di commercio di Udine per variare i dati relativi alla tessera della benzina agevolata. Ritiro il numero che mi attribuisce l’ordine per accedere allo sportello: il 39. Dopo pochi minuti vengo “servito”; nel frattempo gli utenti in fila aumentano: sono circa una decina. Allo sportello c’è un solo operatore, anzi un’operatrice. Purtroppo il nome non lo conosco: infatti non aveva il cartellino identificativo come forse previsto dalla normativa vigente (circolare Funzione pubblica del 5 agosto 1989, n. 36970/18.3.2). Premetto che forse sarebbe il caso di dare la possibilità a chi lavora dal lunedì al venerdì di poter accedere a tale ufficio anche il sabato mattina, aprendolo magari solamente due volte al mese. Invece, chi lavora è costretto a chiedere permesso o ferie oppure scomodare un parente a cui delegare tale incombenza. Solitamente a nessuno fa piacere attendere in coda (nemmeno dal medico...), tanto meno rinunciare a impegni di lavoro per operazioni alquanto banali. Ma arrivo alla questione: fuori dall’Ufficio carburanti (e anche all’interno) è esposto un cartello che invita l’utenza a compilare i moduli prima di accedere allo sportello. Cosa giustissima, anche per rispetto delle altre persone in attesa. Guardo accanto ai moduli, cerco nei pressi dello sportello, chiedo alle altre persone in fila, ma non c’è l’ombra di una penna. Pazienza: «Per scrivere i miei dati anagrafici quanto tempo ci impiego?», penso. «La chiedo allo sportello». È il momento del numero 39: tocca a me! Mi porto di fronte all’“operatrice”, saluto e le chiedo gentilmente una penna visto che accanto ai moduli non ci sono. Mi risponde che dovevo uscire e farmela prestare da qualcuno. Rispondo che questa possibilità l’avevo vagliata, ma nessuno aveva a disposizione una penna. Lei dice che le penne vengono messe a disposizione ogni mattina e poi magicamente spariscono. Le controbatto dicendo che mi dispiace e, con toni gentili, chiedo se poteva allungarmi la penna che delicatamente stava facendo girare sulle sue dita. La risposta è stata negativa, fa avanzare il display al numero 40 e mi invita a lasciare libero lo sportello. Io eseguo e me ne vado dagli uffici. Ora: visto che la variazione dei dati va effettuata entro 15 giorni, mi recherò presso l’Ufficio carburante solamente quando ne avrò la possibilità senza rinunciare a eventuali altri impegni assunti. E una volta presso l’ufficio, se non troverò una penna a disposizione, me ne tornerò via. E se la variazione dei dati dovesse avvenire dopo i 15 giorni, l’eventuale sanzione la Camera di commercio la faccia pagare all’“operatrice” che si è resa disponibile e ha dimostrato tanta educazione nei miei confronti (e nelle persone che mi hanno preceduto). Di solito quando mi reco agli uffici postali la penna allo sportello c’è sempre: infatti è legata! In Camera di commercio ancora non hanno pensato a questa possibilità, così in bilancio le voci per spese di cancelleria sarebbero minori i e gli utenti non perderebbero tempo! E grazie per avermi fatto perdere un intero pomeriggio!
Questa la lettera di scusa pubblicata due giorni dopo:

Ci dispiace per quell'episodio

La Camera di commercio è un ente di diritto pubblico che, con la collaborazione del proprio personale, svolge molteplici attività a favore delle imprese e dei cittadini. È il caso, anche, della tessera carburanti che interessa gli automobilisti della provincia. Di norma, quotidianamente, il servizio ha tutte le caratteristiche della cortesia, della professionalità e dell’efficienza. Nel caso segnalato, evidentemente, non è stato così. Di un tanto ci scusiamo personalmente con lui.
dottor Silvio Santi - Segretario generale della Camera di commercio di Udine

sabato 4 ottobre 2008

In Italia...

Mi scuso se per qualche giorno non sono stato presente sul blog ma altri impegni mi hanno rapito. Stamattina vorrei informare chi non è di Udine (e dintorni) del grande casino che è successo a seguito della partita di Coppa Uefa tra Udinese e Borussia Dortmund. Mi riferisco all'ordinanza emessa dal Sindaco di Udine che vietava la vendita e la somministrazione di bevande alcooliche nelle ore precedenti l'incontro. A titolo personale non mi schiero nè dalla parte del Sindaco, nè dalla parte di tutti quei commercianti che lamentano mancati introiti a seguito dell'ordinanza. Esprimo solamente delle considerazioni: 1. per qualche ora si può fare anche a meno della birra o altri alcoolici 2. l'ordinananza poteva essere evitata se i tifosi (quelli più "caldi") fossero arrivati con meno anticipo oppure se le forze dell'ordine fossero state presenti in maniera più massiccia. Nonostante ciò i bravi tedeschi hanno pisciato sulle vetrine dei negozi, hanno rubato bottiglie... insomma un comportamento decisamente diverso rispetto ai friulani che hanno seguito l'Udinese alla gara di andata. Evidentemente in Germania circola la leggenda che chi viene in Italia può fare quel cazzo che vuole... Ma sarà una leggenda o è la verità?

W l'Italia
... degli altri!